Richiesta di rettifica articolo Repubblica del 9 novembre 2020

In data 9 novembre 2020, a pag.18, sulla cronaca de “La Repubblica”, Enrico Ferro poneva in essere un vero e proprio attacco terroristico nei confronti del settore socio sanitario delle RSA e di totale disinformazione giornalistica nei confronti del lettore, nel momento in cui il redattore di “La Repubblica”, giocando sulla pelle di centinaia di imprenditori onesti e di cittadini impauriti dalla seconda ondata del Covid19, si ergeva, senza averne titolo, a Pubblico Ministero con l’intento di svelare al popolo italiano “Il lato oscuro delle case di riposo” dipingendole con epiteti vergognosi, quali: prigioni, tombe, veri e propri “campi di sterminio.”

Una “vergognosa gogna giornalistica” e mediatica, che segue la rotta avviata dalla Sig.ra Milena Gabanelli, e che ANASTE non può che stigmatizzare con forza e respingere al mittente, dando avvio, alle azioni legali che riterrà più opportuno adottare.

Occorre ristabilire la verità, che non è quella del dileggio mediatico operata dal signor Ferro.
La verità è che, in Italia, ci sono eroi che sono stati completamenti abbandonati dallo Stato, ovvero imprenditori privati che hanno dato vita ad RSA che costituiscono, oggi, l’ultimo baluardo di welfare, di assistenza ai nostri anziani ed alle loro famiglie.

Sì, a migliaia di famiglie, che vedono nell’abbandono dello Stato, il vero virus dal quale sfuggire, nel momento in cui sono costretti a convivere con i loro anziani in piccoli appartamenti di 60 mq, con lavori temporanei, con l’impossibilità di far fronte a tutte le precauzioni sanitarie imposte dall’emergenza del coronavirus.
Precauzioni che, invece, le RSA del comparto ANASTE – che attualmente danno lavoro a migliaia di professionisti – non solo hanno adottato, effettuando a proprie spese migliaia di tamponi, ma con la formazione continua di tutti gli operatori.

Basti pensare che alcuni lavoratori delle nostre RSA, si sono, peraltro, volontariamente offerti di vivere nelle strutture socio assistenziali, pur di non divenire inconsapevolmente vettori di contagio, nel caso in cui “lo Stato continui a ignorare e non implementare, attraverso lo stanziamento di risorse adeguate, le quote giornaliere di tamponi e le misure di contenimento e di adeguamento delle RSA per far fronte alla pandemia”.

Sono queste le reali storie italiane che una Stampa libera ed indipendente dovrebbe dare e mi auguro che questo mio breve e sdegnato “diritto di rettifica” possa trovare pronta pubblicazione sul vostro giornale.

ANASTE
Il Presidente
Alberto De Santis

https://www.anaste.com/it/54-top-home/911-richiesta-di-rettifica-articolo-repubblica-del-9-novembre-2020