MIC – Misery Index Confcommercio
Una valutazione macroeconomica del disagio sociale
- A settembre l’indice di disagio sociale scende a 16,7 (-0,1 punti su agosto)
- La disoccupazione estesa si attesta all’11,7%, in riduzione di due decimi di punto sul mese
- La variazione dei prezzi dei beni e servizi ad alta frequenza d’acquisto sale al 2,6% annu
- Al di là delle incertezze che interessano il mercato del lavoro, con una presenza ancora significativa di lavoratori in CIG e di una parte consistente di persone che tardano a rientrare sul mercato, le preoccupazioni riguardano la decisa crescita dell’inflazione
Il MIC di settembre 2021 si è attestato su un valore stimato di 16,7, in riduzione di un decimo di punto su agosto. L’indicatore anche nella formulazione attuale, che sottostima la disoccupazione estesa in considerazione dell’impossibilità di enucleare il numero di scoraggiati e sottoccupati, si conferma su livelli storicamente elevati. Al di là delle criticità che interessano la componente relativa all’occupazione – nei prossimi mesi si potrebbe assistere ad un ritorno significativo di popolazione sul mercato del lavoro con una presumibile crescita della disoccupazione – preoccupa la risalita dell’inflazione. In pochi mesi, infatti, si è passati da una situazione di deflazione ad una crescita prossima al 3%. Fenomeno che, inizialmente guidato dagli energetici, comincia ad interessare un insieme sempre più ampio di beni e servizi e la cui durata e intensità potrebbero comprimere in misura significativa i redditi e limitare le capacità di ripresa del sistema ed il recupero dell’occupazione. A settembre il tasso di disoccupazione ufficiale si è attestato al 9,1%, in riduzione di un decimo di punto su agosto. Il dato è sintesi di un recupero dei livelli occupazionali (+59mila unità) e di una diminuzione del numero di persone in cerca di lavoro (-28mila unità in termini congiunturali). Va segnalato come il miglioramento dell’occupazione non coinvolga il lavoro indipendente ed autonomo in continua riduzione. Le incertezze che ancora caratterizzano la ripresa continuano a mantenere parte delle forze di lavoro potenziali nell’area dell’inattività: rispetto ai livelli pre-pandemia, nella fascia 15-64 anni, vi sono oltre 250mila inattivi in più. A settembre 2021 le ore autorizzate di CIG sono state oltre 74 milioni a cui si sommano i quasi 48 milioni di ore per assegni erogati da fondi di solidarietà. Del totale delle ore autorizzate il 71,8% aveva causale Covid-19, dato in riduzione su agosto, a segnalare come le imprese ed il mondo del lavoro non siano ancora usciti del tutto dalla fase emergenziale. In termini di ore di CIG effettivamente utilizzate destagionalizzate e ricondotte a ULA, si stima che questo corrisponda a quasi 438mila unità lavorative standard. Il combinarsi di queste dinamiche ha portato il tasso di disoccupazione esteso all’11,7% (tab. 1).A settembre i prezzi dei beni e dei servizi ad alta frequenza d’acquisto hanno registrato un aumento del 2,6% su base annua.
La figura 1 mostra le due componenti del MIC (in rosso l’inflazione dei beni e servizi ad alta frequenza d’acquisto e in blu la disoccupazione estesa), mentre l’ingrandimento riporta l’andamento complessivo del disagio sociale negli ultimi dieci mesi.
Tabella 1: Prezzi, disoccupazione e Misery Index Confcommercio (MIC) in Italia
anno | disoccupazione ufficiale (%) | disoccupazione estesa (%) * | Δ% prezzi-alta frequenza di acquisto | MIC* |
2007 | 6,2 | 6,9 | 2,9 | 10,8 |
2014 | 12,8 | 15,6 | 0,3 | 20,0 |
2019 | 10,0 | 11,3 | 0,8 | 14,8 |
2020 | 9,3 | 13,8 | 0,2 | 17,6 |
2021-II trim | 9,7 | 13,5 | 1,3 | 18,1 |
2021-III trim | 9,2 | 11,8 | 2,3 | 16,7 |
2020-Dicembre | 9,8 | 14,1 | -0,3 | 17,6 |
2021-Gennaio | 10,2 | 11,8 | -0,1 | 14,8 |
2021-Febbraio | 10,1 | 11,6 | 0,1 | 14,8 |
2021-Marzo | 9,9 | 15,4 | 0,7 | 19,9 |
2021-Aprile | 10,1 | 13,0 | 1,0 | 17,2 |
2021-Maggio | 9,8 | 12,6 | 1,4 | 17,0 |
2021-Giugno | 9,3 | 14,9 | 1,6 | 20,1 |
2021-Luglio | 9,2 | 11,9 | 2,0 | 16,5 |
2021-Agosto | 9,2 | 11,9 | 2,4 | 16,8 |
2021-Settembre | 9,1 | 11,7 | 2,6 | 16,7 |
Fonte. elaborazioni Ufficio Studi Confcommercio-Imprese per l’Italia su dati ISTAT ed INPS.
Figura 1: Misery Index Confcommercio (MIC)
Nota tecnica sul calcolo del Misery Index Confcommercio (MIC)
Il Misery Index (MI) tradizionale è dato dalla somma di tasso di disoccupazione e tasso d’inflazione. I pesi assegnati sono identici e pari a 1.
Il Misery Index Confcommercio (MIC) è calcolato in modo da leggere con maggiore precisione la dinamica del disagio sociale, misurato in una metrica macroeconomica. Le due componenti del MIC sono il tasso di disoccupazione esteso e la variazione dei prezzi dei beni e dei servizi acquistati in alta frequenza (fonte ISTAT): le dinamiche di prezzo di questo paniere influenzano in modo più diretto la percezione dell’inflazione da parte delle famiglie, correlandosi direttamente con le preoccupazioni (disagio) sul potere d’acquisto.
Studi scientifici (si veda Di Tella, MacCulloch ed Oswald, 2001), hanno dimostrato come il costo della disoccupazione in termini di soddisfazione di vita sia superiore a quello dell’inflazione. Ricerche sociali evidenziano come la prima preoccupazione dei cittadini sia la questione del lavoro, e quindi la paura della disoccupazione. Il Misery Index tradizionale, che assegna pesi uguali ai due mali, tende, dunque, a sottostimare i costi economici, psicologici e sociali – diretti ed indiretti – della disoccupazione. Il MIC assegna pesi diversi alle due componenti, disoccupazione ed inflazione, rispettivamente 1,2647 e 0,7353. La quantificazione dei due pesi adottata si basa sulla regressione 1 della Tabella 2 contenuta in Becchetti, Castriota e Giuntella (2010), in cui si stima che, per lasciare indifferente un cittadino medio europeo, l’aumento di un punto di disoccupazione deve essere compensato da una diminuzione di 1,72 punti di inflazione. Di conseguenza, i pesi della disoccupazione e dell’inflazione valgono, rispettivamente, (1,72/2,72)x2=1,2647 e (1/2,72)x2=0,7353. I pesi sono moltiplicati per due in modo da lasciare la loro somma uguale a due per consentire una lettura non ambigua dei risultati (anche nel calcolo del Misery Index tradizionale la somma dei pesi è pari a due).
A differenza del Misery Index tradizionale nel MIC viene calcolata una versione più estesa della disoccupazione. Al numeratore del tasso di disoccupazione esteso compaiono parte dei sottoccupati, gli scoraggiati, come definiti più sotto, e i cassaintegrati equivalenti a zero ore. Questo concetto si esemplifica facilmente: se le ore di cassa integrazione sono otto in un giorno, quattro per una persona e quattro per un’altra persona, i cassaintegrati equivalenti sono pari a uno dal momento che un dipendente a tempo pieno lavora otto ore. In questa nuova metrica del MIC si è scelto, facendo anche riferimento a studi internazionali (si veda Sorrentino, 1995; OECD, 1995; Martin, 1994), di considerare solo parzialmente occupati alcuni dei lavoratori in part time involontario. All’interno di questo aggregato si è scelto di inserire una quota dei sottoccupati – persone che lavorano part time ma che vorrebbero lavorare un numero maggiore di ore e dichiarano di essere disponibili a lavorare più ore entro le due settimane successive – tra i disoccupati. Sulla base della distribuzione degli occupati per ore lavorate si è calcolato il rapporto tra le ore lavorate da coloro che lavorano settimanalmente tra le 2 e le 20 ore e la media delle ore lavorate per occupato. Sulla base di questo rapporto, circa il 40% è stato mantenuto tra gli occupati, mentre il 60% circa è confluito tra i disoccupati. Gli scoraggiati correggono anche il denominatore, estendendo il concetto tradizionale di forze di lavoro a coloro che hanno svolto l’ultima azione di ricerca da due a tre mesi fa e che, quindi, sono più facilmente assimilabili ai disoccupati che agli inattivi; i sottoccupati e i cassaintegrati equivalenti non compaiono al denominatore perché già conteggiati tra gli occupati dall’ISTAT.
Il tasso di disoccupazione esteso è il termine in parentesi quadra a destra nella seguente formula:
MIC=0,7353 × (infl. AF) + 1,2647 × [(disocc. + sottoccupati + scoraggiati+ CIG)/(occ.+disocc.+scoraggiati.) × 100]
Di seguito la descrizione delle singole variabili e le fonti:
- Tasso di inflazione dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto: dati mensili di fonte ISTAT, variazione tendenziale;
- Tasso di disoccupazione, occupati e disoccupati: dati mensili destagionalizzati di fonte ISTAT;
- Sottoccupati: dati trimestrali di fonte ISTAT mensilizzati e destagionalizzati con TRAMO-SEATS;
- Ore CIG: dati mensili INPS sulle ore effettivamente utilizzate (tiraggio, confronti omogenei); tale stima costituisce un’approssimazione dal momento che le comunicazioni delle aziende all’INPS non sono sempre contestuali al periodo di fruizione del sussidio da parte del lavoratore. I dati sono destagionalizzati con TRAMO-SEATS;
- CIG: numero di CIG-teste, calcolate dividendo le Ore CIG utilizzate per 2000 ore annue (166,6 al mese);
- Scoraggiati: sottoinsieme di inattivi che (1) si dichiarano in cerca di lavoro, (2) sono disponibili a lavorare nelle prossime due settimane e (3) anche se non lo hanno fatto nelle ultime quattro settimane, affermano di aver compiuto una o più azioni di ricerca da 2 a 3 mesi prima dell’intervista. Dati trimestrali di fonte ISTAT mensilizzati e destagionalizzati con TRAMO-SEATS.
Per il presente numero
I dati sulle ore di CIG effettivamente utilizzate sono stati destagionalizzati e, per gli ultimi tre mesi, stimati con TRAMO-SEATS;
- I dati sui sottoccupati e sugli scoraggiati per gli ultimi cinque mesi sono stimati applicando ai dati trimestrali un modello di previsione che tenga conto delle ciclicità stagionali (le elaborazioni sono state effettuate con TRAMO-SEATS). La previsione è stata poi mensilizzata.
Riferimenti
Becchetti L., Castriota S., Giuntella O. (2010), “The Effects of Age and Job Protection on the Welfare Costs of Inflation and Unemployment”, European Journal of Political Economy, Vol. 26, pp. 137-146.
- Di Tella R., MacCulloch R., Oswald A. (2001), “Preferences over Inflation and Unemployment: Evidence from Surveys of Happiness”, American Economic Review, Vol. 91, pp. 335-341.
- Constance Sorrentino (1995), “International Unemployment Indicators, 1983-93”, Monthly labor review, U.S. Department of Labor, Bureau of Labor Statistics.
- OECD Employment OUTLOOK (1995) “Supplementary measures of labour market slack an analysis of discouraged and involuntary part-time workers”, Chapter 2.
- John P. Martin (1994) “The extent of high unemployment in OECD countries,” Proceedings – Economic Policy Symposium – Jackson Hole, Federal Reserve Bank of Kansas City, issue Jan, pages 5-48.