Infine va ricordata l’opportunità di una correzione culturale volta a privilegiare la prevenzione rispetto alla cura: ciò riguarda sopra tutto gli stili di vita, nonché il monitoraggio delle proprie condizioni e delle prospettive di salute.
L’evoluzione dell’epidemiologia induce a una visione preventiva dei problemi, dimostrando l’efficacia e l’efficienza della prevenzione primaria, secondaria e terziaria: al contrario troppe norme ancora vigenti nel SSN, eredità del passato regime mutualistico, tendono a ritardare la rimediazione dei danni soltanto dopo che il danno ha raggiunto soglie elevate, quando l’intervento non può più ottenere i risultati sperati.
Federsalute confida nella realizzazione del nuovo Piano Nazionale Prevenzione (PNP) 2010-2012 e nelle linee di intervento che rientrano nella stesura dei Piani delle Regioni, con le linee operative del PNP che comprendono interventi considerati prioritari e in quanto tali debbono essere effettuati in ogni Regione.
Come esempio di grave carenza di prevenzione si sottolinea la sottovalutazione del problema sordità e ipoacusia, che colpisce ben 8 milioni di persone nel nostro Paese, in forte crescita anche fra i giovani, secondo gli allarmi lanciati in proposito dall’OMS.
Prevenzione appropriata significa avviare campagne nazionali per l’educazione sanitaria della popolazione e per il controllo dell’udito, formazione del medico di famiglia, che al momento non conosce o sottovaluta chi ha problemi di udito, sottovalutazione che comporta emarginazione, depressione, danni cognitivi irreversibili, costi notevoli sociosanitari e una riduzione del PIL che, riferita all’Europa, risulta pari a 287 miliardi di euro/anno (Bridget Shields, 2005 ” Ricerca del costo socio- economico del deficit uditivo”).