Affinché la correttezza delle imprese associate a Federsalute non si ritorca contro di loro, si deve instaurare un regime di contrasto all’abusivismo, che nel settore sanitario e sociosanitario costituisce una realtà estesa e molto pericolosa, troppo spesso tollerata da parte di coloro che dovrebbero invece reprimerla.
In particolare le Aziende sanitarie trovano sollievo economico dall’esistenza di servizi, come ad esempio residenze che ospitano persone con disabilità a prezzi ridotti, tutti a carico del privato, ove non si rispettano neppure gli elementari diritti della persona ricoverata.
A causa delle carenze di leggi, di controlli pianificati e di sanzioni effettive, nel settore protesico e riabilitativo è molto presente il fenomeno dell’abusivismo, sia perché molti operatori non posseggono titoli per esercitare la professione, sia perché le pratiche sono svolte in modo non corretto influenzando negativamente il mercato.
In particolare la concorrenza sleale riguarda: operatori che non hanno requisiti per svolgere l’attività; commercianti generici, para-farmacie e sanitarie che non potrebbero fornire presidi di competenza dei tecnici ortopedici; aziende che utilizzano cosiddetti “prestanome” contribuendo a rendere sempre più confusa l’offerta di dispositivi e presidi.
Nel settore veterinario si chiede una più rigorosa valutazione nel rilascio delle licenze da grossista di farmaci veterinari, per garantire una filiera distributiva corretta e trasparente, escludendo quelle attività commerciali che chiedono autorizzazioni di copertura, ma che in effetti poco hanno a che fare con la figura del grossista.
Le concessioni ad operatori non qualificati arrecano enorme danno al settore veterinario, alla salute pubblica e a quella zootecnica, e favoriscono il dilagante abusivismo del farmaco veterinario.
L’inserimento nel mercato di operatori scarsamente qualificati, che non garantiscono i requisiti minimi di legge, destabilizza il mondo sanitario, interferisce nei delicati equilibri di domanda ed offerta, sminuisce la credibilità della professione e contribuisce ad acuire le contrapposizioni ed a ridurre i già scarsi margini di guadagno, spingendo molte aziende alla logica della subfornitura.
Questo panorama è reso più complicato dal comportamento di numerose ASL che interpretano in modo eccentrico la normativa in vigore, avviano gare d’appalto con procedure atte a favorire soltanto alcune aziende e considerano con sufficienza i servizi forniti dai tecnici sanitari, come adattamenti, personalizzazioni, collaudi, consegna a domicilio, manutenzione, training per il corretto ed efficiente utilizzo dell’ausilio.