Le Rsa toscane scendono in piazza

Il Presidente Anaste Paolo Moneti, con il coordinamento regionale, alla manifestazione “Le Rsa toscane scendono in piazza” del 22 dicembre, per rivendicare maggiore attenzione da parte delle istituzioni e un riconoscimento per l’enorme lavoro che le Rsa svolgono ogni giorno.

L’occasione ha permesso ad una operatrice socio-sanitaria che ha partecipato alla manifestazione di portare la sua testimonianza, rappresentando il pensiero di migliaia di lavoratori del settore:

“Questa è la prima manifestazione, da 31 anni, che sono in piazza Duomo, perché devo tutelare il mio lavoro e tutto il lavoro dei miei colleghi, che fanno un sacrificio enorme per i diritti del lavoro, che non si tocca, è sacrosanto. Sono una operatrice sociosanitaria e lavoro in una RSA, mi occupo di assistenza agli anziani, agli ospiti, ai malati, insomma la gente che è nelle RSA, che ha bisogno di aiuto e sostegno, sia morale che, dignitosamente, di affetto. In questi due anni è cambiato il mondo e è cambiato anche il nostro lavoro. I parenti che non possono venire a trovare i loro familiari, e noi che siamo lì per assistere tutti i giorni, e poi si vede la sofferenza anche da parte degli ospiti che non vedono i figlioli, insomma è cambiato tutto, tutto di tutto, e anche per noi.”

“L’assistenza è cambiata, adesso è tutto con il grembiule, con le mascherine con le copri-scarpe, insomma tutto è cambiato, poi diciamo allo stesso momento – via, ce la facciamo! –   Noi siamo qui per andare avanti e non ci ferma un virus, il nostro lavoro è più importante, e dedicare [il nostro lavoro] agli ospiti è più importante. Insomma, ero un po’ triste, dalla paura di tornare a casa, che non sai se hai il virus addosso o no, tornando al lavoro che non sai cosa porti, anche se siamo sempre protetti, in massima sicurezza, è difficile, molto difficile.”

Il presidente di ANASTE Toscana ha ribadito come il personale delle RSA si sia “comportato in modo encomiabile per tutta la pandemia, sacrificandosi con turni di lavoro massacranti, e lavorando in maniera eccezionale“.

Maurizio De Scalzi, a capo del coordinamento regionale delle RSA, ha ribadito come la manifestazione del 22 dicembre sia stata organizzata perchè le strutture e i lavoratori hanno bisogno di risposte a un insieme di problemi, come il blocco delle quote sanitarie [erogate dalla Regione Toscana] che crea delle difficoltà economiche importanti e la mancanza di personale, che ha visto portare via dalle RSA verso le strutture pubbliche, nell’arco di questi anni di pandemia, oltre 6000 infermieri.

Mentre ci sono queste difficoltà si assiste impotenti a una invasione di nuove strutture che nascono senza nessuna regola di pianificazione e programmazione da parte della regione.

I rappresentanti di strutture e lavoratori sono stati poi accolti dall’istituzione, potendo così trasmettere le istanze da tutti condivise, con la speranza che il nuovo anni porti a nuovi confronti e favorevoli condizioni per il bene del settore e soprattutto degli utenti.

Fonte: anaste.com

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